TERAMO – E’ Luca Ranalli, avvocato romano di 52 anni, il professionista designato dal sindaco del comune di Teramo, Gianguido D’Alberto, a rappresentare l’Ente nel consiglio di amministrazione della Teramo Ambiente, di cui il Comune detiene il 49% delle azioni. La designazione è stata anticipata sull’albo pretorio del comune di Teramo, prima dello svolgimento dell’assemblea dei soci che alle 15 avrebbe dovuto ratificare sia la revoca di Pietro Bozzelli che la designazione di Ranalli. Alla riunione dei soci non era presente il curatore fallimentare che rappresenta ancora l’Enertech, Marco Basaglia, per cui è stato necessario aggiornare la seduta alla prossima settimana, molto probabilmente a martedì 11 giugno. Dunque, per la nomina ufficiale bisognerà ancora attendere.
Dunque Ranalli, uscito dalla TeAm dove ricopriva il ruolo di amministratore delegato, nominato e poi licenziato proprio da Marco Bassaglia, rientra adesso da presidente per decisione di D’Alberto. Una nomina per certi versi clamorosa, considerato che il nome di Ranalli era stato tirato in ballo quale probabile amministratore delegato qualora il gruppo Gavioli attraverso la Comir dovesse ottenere la conferma dell’aggiudicazione delle quote private. Ranalli ha battuto sul filo di lana Luca Zaccagnini, dirigente della Ecolan di Lanciano.
"La valutazione è stata effettuata – dice il sindaco Gianguido D’Alberto -, in considerazione della competenza e dell’esperienza necessarie per affrontare la grave emergenza che attraversa allo stato attuale la Teramo Ambiente, la quale richiede interventi immediati e non più proscrastinabili tali da determinare la necessità di individuare una figura che conosca il settore e l’azienda stessa. Auguro al neo presidente di lavorare nella maniera più efficace e di raggiungere i risultati e gli obiettivi attesi".
La nomina di Ranalli è curiosa sotto un particolare aspetto che adesso si troverà ad affrontare di nuovo: i credii inesigibili, grossa parte di quel debito che il Comune deve alla Teramo Ambiente. Ranalli convintissimo assertore dell’esigibilità di quei crediti, al punto da presentare un ricorso al Tar da solo anche contro il parere, rafforzerà dunque la richiesta di arbitrato presentata da Bozzelli assieme all’amministratore delegato Pietro Pelagatti?